Come trasformare un punto debole in un punto di forza nella campagna di promozione di un evento
In questo articolo vi parlerò di come la gestione di un potenziale punto di debolezza, sia stato utilizzato per trovare un punto di forza nella campagna di marketing di un evento.
Nel 2013 ci siamo cimentati in un grande progetto, l’organizzazione di un festival di musica Elettronica a Belluno, scegliemmo una nicchia musicale tech-house e techno.
Questa scelta fu ancora più sfidante dato le caratteristiche di una medio-piccola città di provincia, dove un genere musicale di nicchia è più lontano dalle dinamiche mainstream che possono portare ad un afflusso di gente.
Ma come molti guru del marketing sanno, avere una forte identity e una specificità che ti distingua dalla concorrenza, alla lunga, è un fattore determinante che premia il lavoro fatto.
Non bastasse questo ad aumentare il coefficiente di difficoltà, l’idea fu di organizzare tutto ciò in un ponte stradale chiuso al traffico. Un progetto che per la nostra struttura associativa dell’epoca (BellunoLaNotte) è stato a dir poco titanico.
A corollario di tutto ciò durante i mesi di promozione, come spesso accade nei social oggi, iniziarono a diffondersi fake news e critiche più o meno velate, che tentavano di screditare l’evento.
Naturalmente prima di mettere in piedi la macchina organizzativa attraversammo un vero e proprio calvario:
- piani di sicurezza,
- pareri di tecnici,
- riunioni con le autorità di pubblica sicurezza
- autorizzazioni amministrative.
Non ci si sveglia da un giorno all’altro per fare un’evento del genere, serve programmazione e tutto un iter amministrativo da seguire; a seguito di tutto questo iter ricevemmo i pareri positivi dei tecnici e le autorizzazioni.
La trasformazione del punto debole in punto di forza per promuovere l’evento sui social
Nell’estate del 2013 in piena campagna di promozione dell’evento si continuava a diffondere la voce di un presunto pericolo strutturale del ponte.
Nei social e a livello locale, c’era la convinzione di alcuni sedicenti ingegneri che la sicurezza dei partecipanti fosse a rischio.
Secondo la teoria le frequenze della musica potevano sollecitare pericolosamente il ponte. Inoltre le persone ballando avrebbero amplificato questo moto ondulatorio mettendo in pericolo la staticità della struttura ancor di più. Per inciso nel 2009 avevano appena concluso i lavori di ristrutturazione del ponte (vedi qui e qui).
Gl haters puntavano a screditare l’evento sui social utilizzando questa teoria. La svolta per reagire alla problematica fu trasformare questo punto debole in punto di forza nella campagna di marketing per promuovere l’evento in maniera ancora più potente.
Coniammo lo slogan “PLEASE DON’T JUMP AT THE SAME TIME!” e lo utilizzammo sulle magliette e in tutto il materiale di comunicazione per promuovere l’evento. Una mossa di marketing che si rivelò vincente, la prima edizione del Bridge Xtreme Festival fu un grande successo.
Il progetto si concluse con la seconda edizione l’anno dopo per poi rimanere in standby, in attesa di un business angel che credesse nell’idea per portarla avanti. La nostra associazione era piccola e non poteva più sostenere una macchina organizzativa del genere.
Quella fu un’esperienza straordinaria che ci permise poi di creare altri eventi in location non convenzionali con il progetto Xtreme Festival.
P.S. se qualcuno fosse ancora interessato al Bridge Xtreme Festival abbiamo ancora il business plan pronto, basta contattarci 😉
ciao e alla prossima!